COME E PERCHÉ VILLA DE VECCHI DIVENNE UNA DELLE SETTE CASE PIÙ STREGATE DEL PIANETA
Salve amici, eccomi finalmente con voi per una nuova e avvincente puntata sulla Storia di una fra le sette Case più stregate del mondo, ovvero Villa De Vecchi !
DOVEROSA PREMESSA
Quello che state per leggere è frutto di concrete e svariate ricerche fatte su Internet sulle vicende accadute a Villa De Vecchi.
(Esiste tuttavia la "corrente" scettica, sempre desiderosa di negare a oltranza l'esistenza stessa del Paranormale, e pertanto ha catalogato quanto qui di seguito narrato come una serie di "leggende" metropolitane per spaventare la gente...) Ovviamente siamo in democrazia, e ognuno è libero di pensare quello che vuole, chi non crede nel paranormale, può sempre prendere questa storia come una Favola della buonanotte.
Come già accennato nella precedente puntata, Villa De Vecchi nacque dal capriccio del conte Felice De Vecchi che trovandosi a villeggiare con la sua famiglia, si innamorò dei bellissimi boschi di Cortenova, al punto di desiderare di passarci le successive estati. E così decise di commissionare la costruzione di un sontuoso palazzo in stile “eclettico” a un giovane e promettente architetto, Alessandro Sidoli, che fece del suo meglio per progettare un autentico capolavoro, ricco di stile e magnificenza orientale, molto in voga a quell’epoca.
I lavori iniziarono nel 1854, la Villa venne costruita per la maggior parte in arenaria rossa, attingendo da una cava del posto vicino al torrente Rossiga. In arenaria venne anche fatto il pavimento alla “veneziana”, da qui il caratteristico colore rosso che predomina e riemerge a macchie dalla facciata e che contribuisce a dare quell’aria così lugubre e piuttosto raccapricciante.
Nonostante l’entusiasmo con cui si era deciso e messo in cantiere questo Palazzo, il Fato incominciò ben presto a far segnare il passo al completamento dei lavori.
Molteplici furono i contrattempi che intralciarono il percorso di edificazione di questa dimora, si arrivò così al 1856, anno in cui, l’architetto Alessandro Sidoli morì misteriosamente di incidente. Per quante ricerche io abbia fatto in merito, non si conoscono le dinamiche dell’incidente, d’altronde ricordiamoci che sono passati ben 165 anni!
E così la Villa si prese la sua prima Anima!
Grande fu lo sconcerto per il Conte e la sua Famiglia,ma ovviamente nonostante il cordoglio per la morte dell'architetto, i lavori continuarono alacremente per consentire,in quella stessa Estate, al Conte e alla sua famiglia di poter finalmente andare a villeggiare nell'estate 1856.
Date le svariate contingenze, la Villa era parzialmente da finire, nel progetto originario, doveva avere ben 4 piani, ma alla fine rimase per sempre con "soltanto" 3 piani. Il 4 piano doveva essere adibito ad osservatorio astronomico, in quanto il conte era appassionato di astronomia, ma il più era fatto e così iniziò quel ” viaggio” che nel corso degli anni avrebbe portato i suoi ospiti verso un destino crudele e ineluttabile.
Negli anni successivi la Villa fu testimone di Feste bellissime e di estati felici e serene per i fortunati abitanti, il Fato sembrava dormire e aspettare,e si arrivò così al settembre 1860, anno in cui la Villa fu teatro di una sontuosa festa per celebrare la vittoria definitiva sugli austriaci dopo la battaglia di Magenta. Questo in quanto il Conte Felice De Vecchi aveva collaborato attivamente con i Patrioti per cacciare la dittatura degli austriaci , fin dai tempi delle "cinque giornate di Milano".
Questa fu l'ultima estate serena. Nell'estate 1861, come di consueto, la Famiglia De Vecchi lasciò Milano per trascorrere l'estate a Cortenova nel loro palazzo. La moglie del conte,una donna bella e raffinata amava moltissimo passare l'estate facendo lunghe passeggiate nell'immenso parco della Villa e ogni sera amava dilettare la famiglia suonando il pianoforte.
Nulla lasciava presagire l'atroce disgrazia che sarebbe capitata nell'agosto 1861, quando la moglie del conte scomparve misteriosamente e solo dopo successive e affannose ricerche, venne ritrovata morta, con il cranio sfondato e il viso orrendamente sfigurato. E così la Villa ebbe la sua seconda Anima.
Possiamo solo immaginare il dolore e la costernazione del conte e della sua unica figlia! Per non parlare del dolore di tutto il personale della Villa per la morte della moglie del conte.
Ovviamente si fece di tutto per dare un nome e un volto all'autore di questo abominevole delitto. Ma purtroppo la polizia dell'epoca non disponeva dei moderni mezzi di indagini e il delitto rimase impunito, gettando nello sconforto piu completo sia il conte che l'unica figlioletta di 13 anni.
Da allora in poi tristezza e dolore regnarono tra gli abitanti di questa Villa che era nata per far vivere un sogno e invece si trasformò in un incubo.
Come se non bastasse, la figlioletta,cominciò a dare segno di inquietudine e squilibri mentali. Non riusciva ad accettare la morte di sua madre ,e arrivò a convincersi che in realtà sua madre era in un qualche modo tornata, perché la sentiva suonare tutte le sere al pianoforte le varie melodie che era solita eseguire quando era viva.
Al principio il Conte cercò di dissuaderla, dicendole che la sua povera madre era volata in Cielo e pertanto non era possibile che il pianoforte avesse suonato da solo. Ma la ragazzina, sempre più preda delle sue allucinazioni era ormai convinta che la madre era tornata per stare con loro e che solo il padre era cieco e sordo a non vederla....
La storia narra che la povera ragazzina, una sera, dopo aver sentito per l'ennesima volta il pianoforte suonare le romanze ottocentesche che tanto amava sua madre, non seppe resistere oltre, e si precipito' nel salone per abbracciare sua madre, che credeva essere tornata!
Grande, fu la sua delusione, la confusione nella sua mente, quando vide il salone buio e deserto...e della madre neanche l'ombra. Ma dopo tanto aspettare, con la mente ormai totalmente sconvolta, la ragazzina spinta dal desiderio folle di ritrovare ad ogni costo sua madre, decise di scappare di notte nel bosco per cercarla credendo, nella sua ingenuita', che era nei dintorni a fare una passeggiata.
Non sappiamo che cosa accadde di preciso, la storia racconta che anche l'unica figlia del Conte Felice De Vecchi fece una bruttissima fine, perché scomparve nei boschi e nonostante tantissime e affannose ricerche da parte di tutti gli uomini del paese, la povera ragazzina scomparve nel NULLA e NON fu mai più ritrovata ne' viva, ne' morta. E la Villa ebbe così la terza anima!
Bene amici, qui finisce la seconda puntata della terribile storia di una delle 7 Case più stregate del Pianeta!
Ma non è ancora finita!! Altri orrori e altre tragedie vi attendono nella prossima e imperdibile puntata, i Fantasmi di Villa De Vecchi hanno ancora tante cose da raccontare... ma l'horror va centellinato, pertanto non mi resta che darvi l'appuntamento alla prossima puntata... non perdetela! Ciao!
DOVEROSA PREMESSA
Quello che state per leggere è frutto di concrete e svariate ricerche fatte su Internet sulle vicende accadute a Villa De Vecchi.
(Esiste tuttavia la "corrente" scettica, sempre desiderosa di negare a oltranza l'esistenza stessa del Paranormale, e pertanto ha catalogato quanto qui di seguito narrato come una serie di "leggende" metropolitane per spaventare la gente...) Ovviamente siamo in democrazia, e ognuno è libero di pensare quello che vuole, chi non crede nel paranormale, può sempre prendere questa storia come una Favola della buonanotte.
Come già accennato nella precedente puntata, Villa De Vecchi nacque dal capriccio del conte Felice De Vecchi che trovandosi a villeggiare con la sua famiglia, si innamorò dei bellissimi boschi di Cortenova, al punto di desiderare di passarci le successive estati. E così decise di commissionare la costruzione di un sontuoso palazzo in stile “eclettico” a un giovane e promettente architetto, Alessandro Sidoli, che fece del suo meglio per progettare un autentico capolavoro, ricco di stile e magnificenza orientale, molto in voga a quell’epoca.
I lavori iniziarono nel 1854, la Villa venne costruita per la maggior parte in arenaria rossa, attingendo da una cava del posto vicino al torrente Rossiga. In arenaria venne anche fatto il pavimento alla “veneziana”, da qui il caratteristico colore rosso che predomina e riemerge a macchie dalla facciata e che contribuisce a dare quell’aria così lugubre e piuttosto raccapricciante.
Nonostante l’entusiasmo con cui si era deciso e messo in cantiere questo Palazzo, il Fato incominciò ben presto a far segnare il passo al completamento dei lavori.
Molteplici furono i contrattempi che intralciarono il percorso di edificazione di questa dimora, si arrivò così al 1856, anno in cui, l’architetto Alessandro Sidoli morì misteriosamente di incidente. Per quante ricerche io abbia fatto in merito, non si conoscono le dinamiche dell’incidente, d’altronde ricordiamoci che sono passati ben 165 anni!
E così la Villa si prese la sua prima Anima!
Grande fu lo sconcerto per il Conte e la sua Famiglia,ma ovviamente nonostante il cordoglio per la morte dell'architetto, i lavori continuarono alacremente per consentire,in quella stessa Estate, al Conte e alla sua famiglia di poter finalmente andare a villeggiare nell'estate 1856.
Date le svariate contingenze, la Villa era parzialmente da finire, nel progetto originario, doveva avere ben 4 piani, ma alla fine rimase per sempre con "soltanto" 3 piani. Il 4 piano doveva essere adibito ad osservatorio astronomico, in quanto il conte era appassionato di astronomia, ma il più era fatto e così iniziò quel ” viaggio” che nel corso degli anni avrebbe portato i suoi ospiti verso un destino crudele e ineluttabile.
Negli anni successivi la Villa fu testimone di Feste bellissime e di estati felici e serene per i fortunati abitanti, il Fato sembrava dormire e aspettare,e si arrivò così al settembre 1860, anno in cui la Villa fu teatro di una sontuosa festa per celebrare la vittoria definitiva sugli austriaci dopo la battaglia di Magenta. Questo in quanto il Conte Felice De Vecchi aveva collaborato attivamente con i Patrioti per cacciare la dittatura degli austriaci , fin dai tempi delle "cinque giornate di Milano".
Questa fu l'ultima estate serena. Nell'estate 1861, come di consueto, la Famiglia De Vecchi lasciò Milano per trascorrere l'estate a Cortenova nel loro palazzo. La moglie del conte,una donna bella e raffinata amava moltissimo passare l'estate facendo lunghe passeggiate nell'immenso parco della Villa e ogni sera amava dilettare la famiglia suonando il pianoforte.
Nulla lasciava presagire l'atroce disgrazia che sarebbe capitata nell'agosto 1861, quando la moglie del conte scomparve misteriosamente e solo dopo successive e affannose ricerche, venne ritrovata morta, con il cranio sfondato e il viso orrendamente sfigurato. E così la Villa ebbe la sua seconda Anima.
Possiamo solo immaginare il dolore e la costernazione del conte e della sua unica figlia! Per non parlare del dolore di tutto il personale della Villa per la morte della moglie del conte.
Ovviamente si fece di tutto per dare un nome e un volto all'autore di questo abominevole delitto. Ma purtroppo la polizia dell'epoca non disponeva dei moderni mezzi di indagini e il delitto rimase impunito, gettando nello sconforto piu completo sia il conte che l'unica figlioletta di 13 anni.
Da allora in poi tristezza e dolore regnarono tra gli abitanti di questa Villa che era nata per far vivere un sogno e invece si trasformò in un incubo.
Come se non bastasse, la figlioletta,cominciò a dare segno di inquietudine e squilibri mentali. Non riusciva ad accettare la morte di sua madre ,e arrivò a convincersi che in realtà sua madre era in un qualche modo tornata, perché la sentiva suonare tutte le sere al pianoforte le varie melodie che era solita eseguire quando era viva.
Al principio il Conte cercò di dissuaderla, dicendole che la sua povera madre era volata in Cielo e pertanto non era possibile che il pianoforte avesse suonato da solo. Ma la ragazzina, sempre più preda delle sue allucinazioni era ormai convinta che la madre era tornata per stare con loro e che solo il padre era cieco e sordo a non vederla....
La storia narra che la povera ragazzina, una sera, dopo aver sentito per l'ennesima volta il pianoforte suonare le romanze ottocentesche che tanto amava sua madre, non seppe resistere oltre, e si precipito' nel salone per abbracciare sua madre, che credeva essere tornata!
Grande, fu la sua delusione, la confusione nella sua mente, quando vide il salone buio e deserto...e della madre neanche l'ombra. Ma dopo tanto aspettare, con la mente ormai totalmente sconvolta, la ragazzina spinta dal desiderio folle di ritrovare ad ogni costo sua madre, decise di scappare di notte nel bosco per cercarla credendo, nella sua ingenuita', che era nei dintorni a fare una passeggiata.
Non sappiamo che cosa accadde di preciso, la storia racconta che anche l'unica figlia del Conte Felice De Vecchi fece una bruttissima fine, perché scomparve nei boschi e nonostante tantissime e affannose ricerche da parte di tutti gli uomini del paese, la povera ragazzina scomparve nel NULLA e NON fu mai più ritrovata ne' viva, ne' morta. E la Villa ebbe così la terza anima!
Bene amici, qui finisce la seconda puntata della terribile storia di una delle 7 Case più stregate del Pianeta!
Ma non è ancora finita!! Altri orrori e altre tragedie vi attendono nella prossima e imperdibile puntata, i Fantasmi di Villa De Vecchi hanno ancora tante cose da raccontare... ma l'horror va centellinato, pertanto non mi resta che darvi l'appuntamento alla prossima puntata... non perdetela! Ciao!
Ed ecco il pezzo forte della Villa: il celebre pianoforte "stregato" ( i poveri resti) . La leggenda narra che nelle notti senza luna, il pianoforte ritorna a suonare... grazie alle agili mani del fantasma della contessa De Vecchi.
Uno dei tanti corridoi... Dove potrebbe essere possibile fare un incontro con gli antichi abitanti della Villa.
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