LA STORIA DELL'INFELICE BARONESSA DI CARINI
Salve amici, oggi vi racconterò una storia vera molto interessante che ha ispirato due fiction RAI di grande successo, ovvero "l'Amaro caso della baronessa di Carini," del 1975 e un'altra versione nel 2007 con Luca Argentero e Vittoria Puccini.
Laura Lanza, la protagonista di questa vicenda, nacque a Palermo il 7 ottobre 1529 da Cesare Lanza, barone di Castania e Trabia e da Lucrezia Gaetani.Il padre di Laura era una persona priva di scrupoli, e di carattere violento,che non arretro' neanche davanti ad un assassinio, pur di aderire ai dettami religiosi che il suo ceto sociale gli imponeva.
Fra le varie attività, il marito di Laura possedeva uno zuccherificio, in società con lo zio Ludovico Vernagallo, ricco mercante palermitano che aveva sposato una sorella di suo padre, questi a sua volta aveva un fratello di nome Alvaro che abitava con la famiglia a Montelepre, questi era di condizione più modesta; aveva 3 figli uno dei quali, si chiamava Ludovico. Questi avrà un ruolo molto importante in questa storia.
Ludovico conobbe Laura nel 1561. E fu amore a prima vista fra i due giovani, iniziarono una relazione sentimentale che durò circa due anni, all'insaputa di tutti, (credevano).
Sicuramente la servitù sapeva delle visite di Ludovico nelle stanze private di Laura, e probabilmente anche gli abitanti di Carini avevano notato il giovane che frequentava il castello. Ma pare che nessuno delle persone a conoscenza di questo segreto, tradi' i due giovani amanti.
La tragedia scoppio' il 4 dicembre 1563.
Quel giorno Cesare Lanza decise di andare a trovare la figlia, e mandò un servo per avvertire i due coniugi del suo arrivo. Saputa la notizia, il marito Vincenzo La Grua si recò nelle stanze della moglie, e la trovò in compagnia del Vernagallo. Pur avendo scoperto il flagrante adulterio, in un primo momento non fece nulla e aspettò l'arrivò del suocero per decidere il da farsi. Chi decise di uccidere all'istante Laura e il suo amante, fu suo padre Cesare Lanza, che in preda ad una collera furibonda colpì Laura con varie coltellate, e fece uccidere dai suoi servi anche Ludovico, per lavare l'onore offeso.Tale era la smania di Cesare Lanza di vendicare l'onta, che non esitò a far esporre i due cadaveri nella pubblica piazza, per far sapere a cittadini di Carini che l'onore del padre era stato riscattato con la morte della figlia e del suo amante.
La notizia dell'atroce delitto arrivò ben presto a Palermo. Il viceré Don Juan de la Cerda avrebbe voluto arrestare e condannare il malvagio barone, ma questi si trasferì a Roma, dove grazie alle sue conoscenze altolocate, gli fu riconosciuto il diritto di uccidere la figlia, in quanto aveva agito per conto del genero che era presente e consenziente.
Pertanto il duplice omicidio, secondo la legge del tempo rimase del tutto impunito.
Secondo studi compiuti in anni recenti dal professore Alberto Varvaro, si è arrivato a concludere che si trattò di un delitto premeditato, in quanto sia Cesare Lanza che Vincenzo La Grua sapevano della relazione. In realtà don Cesare doveva una forte somma di denaro al Vernagallo, pertanto per evitare di pagare il suo debito, pensò bene di uccidere il giovane, e per occultare il vero movente del delitto uccise anche la figlia adultera. La giustizia spagnola del regno delle due Sicilie chiuse un occhio, e il delitto rimase impunito.
La storia narra, che lo spettro di Laura Lanza continui da secoli a vagare per il castello di Carini senza pace,in cerca di quella giustizia che non ha mai avuto.
Laura morì accoltellata al cuore, un attimo prima di morire, appoggiò una mano insanguinata sul muro. Rimase un'impronta che oggi è a malapena visibile a causa dei secoli trascorsi, ma ogni 4 dicembre, nel giorno della sua morte, l'impronta torna a essere sanguinante ad eterna testimonianza dello spirito di Laura che ancora oggi è
lì, e chiede una giustizia che purtroppo non avrà mai.
lì, e chiede una giustizia che purtroppo non avrà mai.
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