LA CABINA TELEFONICA PER COMUNICARE CON I DEFUNTI



 Buonasera amici di questo Blog! Oggi vi propongo una gentile credenza dell’Estremo Oriente, per onorare la memoria di chi purtroppo non è più tra noi. In Giappone la vita e la morte fanno parte della vita e rappresentano lo scorrere ineluttabile del tempo che è fatto anche di addii dei propri cari… 

Vi presento il Telefono del vento..

C’è un luogo dove le parole scompaiono nel vento, dove il silenzio accoglie le voci che non possono mai più rispondere. È un telefono che non chiama nessuno eppure ascolta tutti coloro che hanno nel cuore l’indicibile dolore di una perdita , ed è così che questo telefono costituisce un filo invisibile tra il mondo dei vivi e quello di chi se n’è andato per sempre.

È un gesto che nasce dal bisogno umano più antico: quello di parlare con chi non c’è più, per dire loro le parole che non si sono mai dette, e che purtroppo non si potranno mai più dire.

Tutto cominciò in un giardino sulla costa giapponese, dove un uomo di nome Itaru Sasaki installò una vecchia cabina telefonica. Non era collegata a nessuna linea, ma dentro vi mise un telefono vero, con la cornetta e i numeri. Lo fece per sé, dopo aver subito la perdita di una persona cara.

Sentiva il bisogno di parlargli, di raccontargli la sua vita come scorreva senza la sua amata presenza, e così pensò che forse il vento avrebbe potuto compiere quel piccolo miracolo, ovvero comunicare .

Nacque così l’idea del “telefono del vento”. La voce scorreva nei fili solo per pochi istanti, poi si librava nell’aria libera di perdersi tra lo stormire delle foglie e lo scorrere delle nuvole. 

Purtroppo un anno dopo lo tsunami del 2011 devastò il Giappone, migliaia di persone subirono pesanti perdite tra i loro cari.. e fu così che la voce si sparse e in tanti seppero di quel luogo magico.

Cominciarono ad arrivare silenziosamente da ogni parte del paese per parlare in quella strana cabina in cui non risponde Nessuno!

Nessuno giudicava le loro lacrime o i loro sospiri. Erano soli con il loro dolore.. 

Da allora nacque la gentile leggenda che il vento di Otsuchi, che soffia dentro quella cabina, sia pieno di tutte quelle voci, di tutte le parole sospese, che sia un ponte per comunicare con l’Aldila’.

Con il tempo, quel gesto si è trasformato in un simbolo universale del Lutto e della Memoria.

Cabine simili sono poi comparse in molti altri paesi, anche occidentali e ciascuna ha la propria storia e il proprio perché.

Anche in Italia ne esiste una , si trova a Capannoli, in Toscana, essa è collocata tra gli alberi e guarda verso l’orizzonte. 

Chi la raggiunge entra nel silenzio dell Natura, prende la cornetta e parla piano, come se in ogni sillaba si sciogliesse quel grumo di dolore che ognuno si porta dopo aver subito la perdita di una persona cara.

C’è chi racconta un sogno, chi chiede perdono, chi ringrazia. Nessuno sa dove vadano le parole, ma tutti dicono che quando escono dalla bocca, il cuore diventa un po’ più leggero. 

Il Telefono  del Vento non promette risposte, ma una cosa la fa: restituisce un senso di Pace interiore!

È un modo per dire: io continuo a parlarti, e tu, ovunque sei, forse mi sentirai... Così il vento diventa il messaggero tra noi e Loro.

E così in quel momento, anche solo per un soffio, le distanze tra questi due mondi quello dei vivi e quello dei morti.. sembra svanire… e la magia del Vento Messaggero si compie.

Gli scettici diranno che sono solo illusioni.. ma queste Illusioni talvolta fanno bene all’Anima.

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